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Sulle salite del Tour: Izoard e Galibier da Briançon

da Paola Brazioli
Galibier

Il Tour de France è la corsa a tappe più importante e seguita del calendario ciclistico internazionale. Tra le cose che l’hanno resa grande ci sono senza ombra di dubbio le sue salite. Che si trovino sui Pirenei o sulle Alpi i loro nomi riecheggiano nella mente di ogni appassionato di ciclismo, al punto che il Tour non sarebbe Tour senza di loro. Tourmalet, Isoran, Mont Ventoux, Izoard, Galibier, Alpe d’Huez, … sono nomi che ogni appassionato conosce bene. Quante volte avi siamo appassionati guardando in tv i corridori mentre tra un bagno di folla affrontano queste mitiche salite, dove le tattiche spesso saltano, dove senza preavviso nasce l’azione che decide la classifica, dove le sfide diventano epiche. Teatri dove ogni anno va in scena lo spettacolo del Tour de France, la Grande Boucle, e che attirano a sé migliaia di tifosi. Il bello del ciclismo è proprio questo: tutti, campioni o semplici appassionati, possono esibirsi sullo stesso palcoscenico. Con una decisione presa all’ultimo momento, senza troppo preavviso, freschi dell’ultimo Tour guardato in tv, io e marito decidiamo di passare parte delle nostre vacanze proprio in Francia. Destinazione Briançon sulle Haute Alpes, obiettivo Col de l’Izoard e Galibier.

Il Col de l’Izoard da Briançon

Due salite, due facce della stessa medaglia, potremmo dire. I versanti che conducono alla cima dell’Izoard a 2.360 m. di altitudine hanno, infatti, caratteristiche molto diverse tra loro. Il versante settentrionale parte da Briançon e in 19 km di salita alla pendenza media del 6%, conduce alla cima passando da Cervières, Le Laus e il rifugio Napoléon. I primi 10 chilometri fino a Cervières sono piuttosto dolci con una pendenza media del 4%.

I restanti 9 chilometri si fanno più impegnativi con una pendenza media che sfiora l’8% con punte del 8,9%. La seconda parte della salita è, dunque, più impegnativa, ma anche più affascinante dal punto di vista paesaggistico. Dopo i due chilometri di rettilineo che conducono a Le Laus e il tratto a tornanti che segue in mezzo ai pini, si raggiunge il rifugio Napoléon, punto ristoro anche dei numerosi motociclisti che percorrono la “Route des Grandes Alpes”, itinerario stradale di 684 km che attraversa le Alpi Francesi da nord a sud.

Superato il rifugio (dove tornando a Briançon mi concedo una pausa con una fetta di torta ai mirtilli) resta l’ultimo chilometro a tornanti, il più bello, con vista che spazia sulla valle e i tornanti sottostanti.

Tutto intorno le cime delle Alpi Cozie. Da segnalare che una corsia dedicata alle biciclette accompagna la carreggiata da Briançon fino in cima.

Altitudine: 2.360 m.
Altitudine partenza (Briançon): 1.223 m.
Distanza: 19 km
Pendenza massima: 8,9%
Pendenza media: 6,0%

Il Col de l’Izoard da Guillestre

Il versante sud dell’Izoard è quello affrontato anche quest’anno dai corridori durante una delle tappe più attese della Grande Boucle: la diciottesima tappa da Embrun a Valloire, vinta dal colombiano Nairo Quintana. Si prende da Guillestre, località delle Hautes Alpes che si trova a 1.025 m. di altitudine. Questa località è piuttosto strategica perché da qui partono altre tre salite protagoniste delle salite a tappe: versante francese del Colle dell’Agnello, Col du Vars e Risoul. Partendo da Briançon si raggiunge Guillestre seguendo per Gap su strada RN (Route Nationale).

La corsia riservata alle biciclette su quasi tutto il tratto consente di procedere in sicurezza nonostante il traffico intenso. Arrivati a Guillestre si comincia a salire, ma i primi 16 km hanno una pendenza media che sfiora soltanto il 2%. La salita vera e propria inizia al bivio per il Colle dell’Agnello. Da qui alla cima dell’Izoard ci sono 14 km con una pendenza massima del 10%. La salita procede in modo irregolare, con la pendenza che continua a variare e lunghi rettilinei totalmente esposti al sole. Il sole e il caldo possono rendere la conquista dell’Izoard dal versante sud ancora più dura. Sull’asfalto e non solo le tracce del recente passaggio del Tour de France.

Si superano in sequenza le località di Arvieux, La Chalp e Brunissard, dove iniziano i tornanti e i chilometri impegnativi che portano alla Casse Déserte.

Questo tratto ha un aspetto desertico quasi lunare, senza ombra di vegetazione, ma solo rocce, alcune con conformazione a piramide. Qui si trova il monumento in omaggio a Coppi e Bobet. Qualche tornante ancora (circa 3 chilometri) e si giunge in cima all’Izoard.

Altitudine: 2.360 m.
Altitudine partenza (Carrefour de l’Estéyère): 1.337 m.
Distanza: 14,1 km
Pendenza massima: 10%
Pendenza media: 7,3%

Il Galibier da Briançon

Da Briançon si raggiunge dapprima la cima del Col du Lautaret: quasi 28 chilometri caratterizzati da lunghi rettilinei su route nationale, con pendenze molto blande e tratti pianeggianti (pendenza media 3,1%).

Arrivati al Col du Lautaret (2.058 m.) inizia la bellissima salita del Galibier. L’ambiente si fa sempre più suggestivo all’aumentare di quota. L’asfalto riporta visibilmente i segni dell’ultimo Tour del France, con scritte inneggianti soprattutto ai campioni francesi tra i protagonisti della corsa: Bardet, Alaphilippe e Pinot.

In realtà il versante mitico che in passato ha visto più volte il passaggio del Tour è, però, quello che sale da Saint- Michel-de-Maurienne passando per il Col du Télégraphe. Restando ora sul versante meridionale da Briançon, le pendenze aumentano man mano che si sale di quota, ma lo scenario e nel mio caso anche gli effetti positivi dell’altitudine, rendono l’ascesa meno difficile, mi verrebbe da dire a tratti piacevole.

Superato il refuge du Galibier (2.556 m.) inizia l’ultimo chilometro, il più impegnativo, con pendenze del 12%, ma si intravede presto l’arrivo e così anche l’ultima fatica si supera facilmente.

Altitudine: 2.642 m.
Altitudine partenza (Col du Lautaret): 1.337 m.
Distanza: 8,5 km
Pendenza massima: 12%
Pendenza media: 7,8%

Due parole su Briançon

Situata a 1.326 metri sul livello del mare, Briançon è la città più alta di Francia. Oltre ad essere punto di partenza ideale per diversi tour in bici sulle salite delle Haute Alpes, è ricca di arte e storia. Fortificata da Vauban nel XVII secolo per difenderla dagli austriaci, Briançon è patrimonio dell’umanità UNESCO. La città alta cui si accede tramite la Porte de Pigneron  è molto pittoresca con le sue mura, i vicoli ripidi e stretti, le fontane e la chiesa del XVIII secolo.

Luogo ideale anche per una cena in uno dei numerosi ristoranti. Bellissima la sera al tramonto, la sua posizione sopraelevate regala un panorama mozzafiato sulle montagne e la valle sottostante.

Molto particolare il clima, caldo secco quasi marittimo più che montano. Ho scoperto infatti che Briancon è stazione climatica per le patologie respiratorie asmatiche e allergiche perché gode di un microclima caldo e secco (l’umidità media è inferiore al 40%), dovuto all’anomala disposizione della valle della Durance. La valle ha infatti un orientamento nord-sud (e non est-ovest come quasi tutte le valli dell’arco alpino francese) e pertanto da un lato le Alpi a est bloccano le nubi provenienti dalla pianura padana facendo della città una delle più assolate di Francia, dall’altro l’apertura a sud permette all’aria calda del Mediterraneo di risalire fino a Briançon rendendo il clima secco. Personalmente ho trovato questa cosa molto piacevole.

Sul sito ufficiale del Tour de France ci sono tutte le informazioni e news delle singole tappe oltre  alla mappa scaricabile.

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4 commenti

Finally Mallorca 10 Aprile 2020 - 14:19

Belli i colli e bella Briancon vecchia…quella nuova un po’ di meno :-).

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Paola Brazioli 10 Aprile 2020 - 21:30

Sì, hai perfettamente ragione. La parte alta di Briançon quella storica è davvero bella soprattutto al tramonto. La restante parte non è degna di nota. Mi ha stupito comunque il clima, caldo e secco. Nonostante l’altitudine sembrava più di essere al mare che in montagna.

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Alessandro 25 Ottobre 2022 - 14:28

ciao Paola, ho letto le tue scalate al Galibier e all’Izoard e approfitto per chiederti una info, non mi spaventano le salite in bici ma soffro di vertigini e a volte le strade un pò esposte mi mettono in crisi, nel caso di questi due miti del tour mi devo preoccupare? come te vorrei affrontarle partendo da Briancon la prossima estate. grazie
Ale

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Paola Brazioli 9 Dicembre 2022 - 17:06

ciao Alessandro, è passato un po’ di tempo, ma non ricordo comunque dei tratti particolarmente esposti. Mi spiace non riuscire ad essere più precisa.

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