Eccomi con un articolo intervista cui tengo molto. Da tempo infatti volevo parlarvi del monopattino sportivo, farvi conoscere questo mezzo ancora curioso per noi, ma in realtà già ben conosciuto in altri paesi del mondo.
Mi sono detta: perché non lasciare che a parlarcene sia la persona che in Italia sta promuovendo questo interessante mezzo, la donna per eccellenza del monopattino? Maria Turra è owner di MyFootbike Italia ed è animata da una grande passione per quello che fa. Lo posso ben dire perché l’ho conosciuta personalmente. Insieme abbiamo partecipato al tour in Franciacorta nell’ambito del progetto In bici in Lombardia. In quell’occasione anch’io come Maria ho percorso i 32 km del tour col monopattino.
inBici inLombardia: tra lago e vigneti alla scoperta della Franciacorta
Perché questo articolo nella sezione DONNE IN BICI del blog? Perché il monopattino sportivo è un mezzo che ha qualche punto in comune con la bicicletta nonostante la propria unicità (pur sempre di due ruote si parla!), e soprattutto perché Maria Turra è una donna animata da una grande passione, la stessa passione che contraddistingue le DONNE IN BICI che si raccontano dalle pagine del mio blog 🙂 Una donna di sport, che si impegna attivamente nella promozione di ciò in cui crede.
Ma ora lasciamole la parola!
Ciao Maria! Raccontaci di te, come nasce la tua passione per il monopattino?
Ciao! Per tutti sono “La Maria” quella dei monopattini, ho 55 anni e sono felice di avere un piccolo ruolo tra le Donne in bici, anche se le mie due ruote sono un po’ diverse dal solito.
La mia passione per il monopattino sportivo nasce davvero per caso. Quattro anni fa, cercando qualcosa che desse mobilità a mia figlia Matilde, allora sedicenne, sono incappata in questi strani oggetti, con ruote grandi e pneumatiche, freni e componenti da bici. Mi hanno subito incuriosito, ne ho acquistati un paio online, da un sito della Repubblica Ceca, ho aspettato che arrivassero con trepidazione e ho scoperto un mondo.
Dal caso alla sfida, il passo è breve: una visita in loco per conoscere i produttori, una stretta di mano e un’avventura tutta da iniziare: la vendita in Italia di questi fantastici mezzi a propulsione umana.
Innanzitutto, ho scoperto di non essere l’unica in Italia: prima di me, già un gruppo di Ivrea ne faceva uso, per piccole competizioni locali, poi ho scoperto un’azienda italiana che li costruisce su misura a Thiene e poi siamo arrivati noi, che abbiamo importato in Italia sia monopattini sportivi da strada che da discesa. Contemporaneamente, si è sviluppata una nuova disciplina cinofila, il Canicross, in cui, oltre alla corsa e alla bici con il cane, è previsto il traino con il monopattino ed ora, tutte queste realtà convergono in un progetto che si chiama Myfootbike.
Raccontaci un’esperienza indimenticabile che hai fatto col monopattino.
Il monopattino è per sua natura una via di mezzo tra la corsa e la bici, quindi è tuttora difficile per noi collocarci all’ interno delle competizioni amatoriali, perché non siamo né carne né pesce: per le podistiche siamo troppo veloci, per le gare ciclistiche troppo lenti. E quindi? Quindi ci aggreghiamo a quelle iniziative in cui non vince nessuno, in cui c’è solo la sfida contro se stessi, in imprese che sembrano ai più impossibili.
Una di queste è la Bike Night, 100km nella notte, solitamente su ciclabili o strade secondarie, in mezzo a centinaia e centinaia di ciclisti, che ormai è diventato un appuntamento fisso.
La prima volta è stato magico. Spingere sull’ argine del Po, da Ferrara al mare, nel silenzio della notte, con un’ interminabile scia di piccole luci bianche e rosse è stata una delle esperienze più emozionanti della vita.
Quali sono le differenze con una bicicletta?
Le differenze più marcate tra un monopattino sportivo e la bici riguardano soprattutto la posizione, sul monopattino si sta in equilibrio stando in piedi sulla pedana e non appoggiati sulla sella e sui pedali, e il tipo di movimento, sulla bici si usano principalmente gli arti inferiori, mentre sul monopattino sportivo si usano anche gli arti superiori.
Sul monopattino non ci sono pressioni e sollecitazioni per la schiena e per le articolazioni, il gesto è molto fluido e “rotondo”, ognuno può trovare il proprio passo e la propria andatura, perché i mezzi sono molto leggeri e privi di parti meccaniche (non c’è cambio, non c’è catena, non ci sono pedali). Anche dal punto di vista dell’ingombro, il monopattino sportivo è meno impattante e più maneggevole, per peso e dimensioni ridotte.
I benefici del monopattino, perché usarlo magari come alternativa alla bici?
La domanda che ci fanno più frequentemente, quando ci vedono in giro in monopattino è “perché dovrei usare il monopattino invece della bici?” La risposta che diamo sempre è che il monopattino non è alternativo alla bici, bensì complementare, dal momento che con il monopattino si stimolano ed allenano distretti muscolari diversi: più glutei e femorali, rispetto ai quadricipiti, più addominali e pettorali, meno sollecitazioni alle articolazioni e alla schiena.
Inoltre, è ovvio, si evitano i dolori provocati dalla sella, visto che non c’è! C’è poi un beneficio a livello cardiovascolare dal momento che la spinta a terra funge da “pompa” sul sistema circolatorio e l’alternanza delle due gambe rende il movimento simmetrico e particolarmente efficace per l’equilibrio e la propriocezione. Quest’ultima caratteristica è particolarmente evidente nei bambini: infatti sulla bici in pochi riescono ad andare senza rotelle al primo tentativo per la mancanza di equilibrio, mentre con il monopattino dopo pochissimi minuti sono quasi tutti in grado di restare sulla pedana con entrambe i piedi e spingere in maniera molto spontanea.
Parlaci di Myfootbike, quando e come nasce l’idea? Qual è la sua mission?
Myfootbike nasce come negozio online per la vendita di monopattini sportivi, non appena è risultato chiaro che il prodotto era del tutto assente in Italia (o quasi).
Aprire un negozio fisico, nel cuore della Pianura Padana, sembrava un po’ triste, quindi ci siamo rivolti da subito al mercato nazionale, arrivando capillarmente in tutta Italia, grazie al sito web, ai social media e al passaparola dei nostri clienti.
E’ stato un esperimento un po’ incosciente, che ha visto la convergenza di diversi elementi: in primis il fatto che i produttori stranieri non avevano la benché minima idea del mercato italiano, e subito dopo il fatto che l’Italia non sapeva nulla di monopattini sportivi.
Ci siamo inventati anche un termine per definirli! Li abbiamo chiamati Footbike perché il termine monopattino era riduttivo e riconduceva al giocattolo, mentre la parola internazionale scooter o kickscooter richiamava troppo al motorino. Ci siamo fin da subito scontrati con la realtà italiana del mondo bici, dove tutto deve essere estremamente tecnico e tecnologico per essere di valore: il monopattino sportivo è la semplicità per eccellenza e quindi risulta poco interessante per i rivenditori che hanno, purtroppo, scarsa capacità propositiva nei confronti dei consumatori finali per ciò che non è “main-stream”.
In poche parole se il prodotto non “viene richiesto”, vuol dire che non funziona. A questo si aggiunga il fatto che i prezzi dei monopattini sportivi sono abbastanza elevati (dai 200 € in su) e che i margini non sono molto capienti, per spiegare il motivo per cui sono pochissimi ancora i veri rivenditori. Per lo più la gente ci vede nelle manifestazioni sportive, nelle fiere e negli eventi ai quali partecipiamo e compra da noi direttamente, senza passare dal negozio.
Anche questo aspetto rende il progetto Myfootbike molto interessante e stimolante: abbiamo l’ambizione di far scoprire agli italiani un nuovo modo di muoversi in città, di fare fitness e di divertirsi, con un oggetto che non ha tempo, che non segue la moda e che non viene proposto da mega-aziende multinazionali. I monopattini sportivi, infatti, vengono ancora prodotti per la maggior parte in Europa, in piccole officine meccaniche o in piccole realtà industriali, in cui il design e l’innovazione tecnica vengono ancora studiati a tavolino, per apportare modifiche migliorative ad un prodotto di nicchia, che resterà probabilmente tale ancora per parecchio tempo, se non per sempre.
Anche se le configurazioni ormai sono tantissime (da 12”/12” a 29”/24”), i materiali impiegati spaziano dall’acciaio al carbonio, come nelle bici, le geometrie sono molto diverse da un marchio all’altro ed ognuna di esse ha una propria ragione di essere.
Anche le applicazioni sono molteplici: si va dalla semplice mobilità urbana, con i modelli pieghevoli, al fitness, dal viaggio di lunga distanza, alle discese in montagna e al traino con i cani.
A noi piacerebbe che la footbike venisse inserita a pieno titolo tra le discipline sportive su ruote: dopo lo sdoganamento dello skateboard, che farà il suo debutto alle prossime Olimpiadi, sarebbe bello trovare nel palinsesto anche le gare in footbike, no?
Come vedi il futuro di questa disciplina in Italia?
La footbike ha trovato, proprio di recente, nell’Ente di Promozione Sportiva UISP un valido alleato. Abbiamo un regolamento tecnico, abbiamo iniziato quest’anno a portare le footbike all’interno delle manifestazioni cicloturistiche, a titolo promozionale, e parteciperemo a Cosmo Bike a settembre per mostrare il potenziale di questa disciplina al grande pubblico.
Per il futuro, mi auguro che si formino piccoli gruppi di praticanti un po’ ovunque in Italia, in modo che sia possibile organizzare un circuito itinerante di divulgazione e promozione, poi in seguito anche un campionato nazionale, perché no? C’è sempre l’obiettivo di scoprire qualche talento da poter mandare alle competizioni internazionali con il tricolore!
Quali applicazioni in ambito di mobilità alternativa?
Come detto in precedenza, i monopattini pieghevoli, con ruote pneumatiche da 12”/12” o 16”/16” sono estremamente appetibili per la mobilità urbana. Sono leggeri, piccoli, non sporcano, dal momento che non hanno catena, viaggiano gratis sui mezzi pubblici, aiutano negli spostamenti dell’”ultimo miglio” chiunque voglia lasciare la macchina fuori dai centri storici. Possono essere utilizzati anche da chi è vestito con abiti formali da lavoro, incluse le signore in gonna. E’ elegante, un po’ dandy, senza essere spocchioso. Io non posso farne senza, ma anche chi l’ha acquistato lo usa parecchio…
C’è poi un’altra modalità molto interessante per i piccoli centri italiani: il footbike-sharing. A Pilsen, in Repubblica Ceca, ci sono già diverse postazioni, accanto alle università: immaginatevi che bello se accanto alle OFO e MOBIKE ci fossero anche delle azzurrissime FOOTBIKE!
Un’impresa sportiva col monopattino in giro per il mondo che ci segnali o ti ha incuriosito.
Come unici promotori del monopattino sportivo in Italia, riceviamo molto spesso delle richieste da parte di chi vuole usare uno dei nostri mezzi per imprese memorabili.
Devo dire che finora abbiamo avuto a che fare con persone interessanti, che hanno davvero interpretato il viaggio attraverso il monopattino, facendolo diventare qualcosa di particolare.
Ci fa piace ricordare le imprese di Roberto Cassa, un ragazzo partenopeo che ha viaggiato in Irlanda nel 2016, di Alessio Mida che grazie al monopattino è partito da Follonica, alla volta del Kossovo, senza soldi e senza bagaglio, e che è riuscito a farsi finanziare il viaggio solo grazie ala curiosità che il mezzo risvegliava nelle persone che ha incontrato e da ultimo il mito assoluto di noi footbikers, la Trottineuse, una ragazza francese che ha scelto il viaggio in monopattino come sua ragione di vita negli ultimi 3 anni. I suoi racconti di viaggio sono incredibili, i luoghi che ha visitato fanno sognare e fanno venir voglia di partire.
Ecco, a noi piace così: ci piace sapere che stiamo contribuendo alla divulgazione di una nuova disciplina su ruote, adatta a tutti, ma soprattutto alle donne, visto che rassoda e tonifica il famigerato “lato B”, rafforza le gambe e mantiene flessibili le articolazioni. E’ per questo che diciamo il monopattino è uomo, ma la footbike è donna!
www.myfootbike.it