Home » In bici » Gavia: una salita da leggenda

Gavia: una salita da leggenda

da Paola Brazioli
gavia

Tutti noi abbiamo una salita del cuore, o forse più di una. Quella che ci ha lasciato un bel ricordo, quella che affrontiamo sempre volentieri o che si adatta particolarmente alle nostre caratteristiche. Non sempre però è facile capire davvero il perché di tanto affetto. Come si dice in questi casi, è piuttosto una “questione di pelle”, un feeling che si instaura per motivi difficili da descrivere.

Per ragioni dunque che non so spiegare, penso che la mia salita del cuore sia il Gavia, dal versante di Ponte di Legno (BS). Partendo da Piazza XVIII Settembre, nel centro della cittadina dell’Alta Valcamonica, la salita è lunga 17 km con un dislivello di 1.364 metri e una pendenza media del 8%.

Passo Gavia

La mia prima volta sul Gavia fu durante la ex Gran Fondo Internazionale Marco Pantani che partiva da Aprica (non ricordo l’anno esatto, ma penso 2009 o 2010). In quell’occasione lo affrontai molto preoccupata del fatto che dopo mi aspettavano diversi chilometri e il Mortirolo, così non riuscii tanto a godermi l’esperienza.

La seconda volta qualche anno dopo, nel luglio del 2018 per l’esattezza, in occasione dei “Bike Days”: un weekend in bici organizzato dal Consorzio Pontedilegno-Tonale al quale fui invitata come blogger. Una bellissima esperienza, anche perché affrontai la salita in compagnia di Alessandro Ballan, ex campione di ciclismo cui va tutta la mia stima. Quel giorno in cima ebbi inoltre il piacere di conoscere Tarcisio Persegona, l’uomo che nella sua vita ha scalato il Gavia ben 550 volte. Purtroppo Tarcisio non c’è più, se n’è andato qualche mese dopo, a novembre dello stesso anno e ora in cima al passo, appena fuori dal rifugio Bonetta, campeggia la sua foto in memoria.

Pontedilegno-Tonale: inedito bike resort scoperto durante i Bike Days.

Paola Brazioli con Tarcisio Persegona

Estate 2018 – Sul Gavia con Tarcisio Persegona

Esperienze piacevoli e indelebili che mi hanno fatto apprezzare sempre più Sua Maestà il Gavia. La sua consacrazione a “salita del cuore” è avvenuta definitivamente lo scorso weekend (terza volta sul Gavia) durante la terza edizione dei “Bike Days”. Due giorni fantastici sempre in bici: mountain bike il sabato sui sentieri del Tonale col tour “Pedala e gusta” e la domenica mattina gara e raduno sul Passo Gavia chiuso per l’occasione al traffico motorizzato. In questo articolo pubblicato su Bike Hotel Guide il resoconto dell’evento:

“Bike Days” di successo sul Gavia e i sentieri di Pontedilegno-Tonale

Tante salite in una

Cercando di razionalizzare quello che pur sempre rimane un sentimento, ciò che mi piace del Gavia è soprattutto la sua varietà. Lo scenario intorno e le caratteristiche di questa salita cambiano più volte. Non solo il paesaggio, ma la carreggiata, la pendenza mai uguale. Sembrano tante salite in una. Impossibile annoiarsi percorrendo i suoi tornanti. Nei tratti più stretti inoltre conserva ancora il fascino del valico impervio e insidioso. Facile immaginare la difficoltà, quando il percorso era sterrato oltre che stretto.

Sul Gavia

Proprio nel 1954 un veicolo militare con a bordo ventuno alpini giovanissimi, precipitò in una scarpata a causa del cedimento di un tratto di strada sul versante bresciano. – All’epoca il tracciato, privo di parapetti e protezioni, era considerato molto rischioso e la sua percorrenza era sconsigliata agli autocarri; vigeva inoltre un divieto di transito, non rispettato, per i veicoli con più di 14 passeggeri. Nel punto dell’incidente la larghezza totale della carreggiata era di 2,30 m – Wikipedia.

Tanto severo quanto generoso il Gavia, che regala un finale perfetto: dopo aver mostrato il suo aspetto più duro con tratti al 16% e una galleria negli ultimi chilometri che sembra un inno all’oscurità. Alla fine, appena prima dell’arrivo, la strada spiana e concede al ciclista un anticipo di vittoria.

in cima al gavia

La leggenda del Gavia

Quanta storia il Gavia! L’ultima volta, dopo la salita, me ne stavo seduta per pranzo al rifugio Bonetta, in compagnia. Caso vuole che fossi seduta di spalle alla sala e avevo di fronte a me la parete con alcune foto dei campioni, ritratti durante il passaggio sul Gavia. Non riuscivo a staccare gli occhi da quelle immagini. Una di queste attirò in particolare la mia attenzione: ritraeva Andy Hampsten affrontare la bufera di neve durante la tappa del 5 giugno 1988.

salita gavia Rifugio Bonetta

interno del Rifugio Bonetta, passo Gavia

Avevo già sentito parlare di questa tappa da leggenda, ma volevo saperne di più. Ho così fatto qualche ricerca su internet e letto qualche articolo a riguardo, affascinata dai due protagonisti di quella giornata: lo statunitense Andy Hamsten che poi quel giorno conquistò la Maglia rosa e l’olandese Johan van der Velde che al contrario in quella tappa perse la Maglia ciclamino. Il primo potè contare su indumenti caldi e asciutti, prima di imboccare la terribile discesa verso Bormio, il secondo invece la affrontò in maniche corte. – Non è chiaro cosa fece esattamente van der Velde. Qualcuno scrisse e raccontò che si fermò in discesa, girò la bici e risalì la strada, entrando quasi assiderato in un camper. Qualcuno raccontò che entrò invece in un’auto, non è chiaro se sua o di un’altra squadra. Di certo perse molti minuti. – L’incredibile tappa sul Gavia, ilpost.it

Ponte di Legno

Teatro di imprese in bicicletta il Gavia, di storie che emozionano. In fondo ha tutte le carte in regola per esserlo.

Ogni anno sono previsti dei giorni di chiusura al traffico motorizzato, occasioni ideali per godere l’ascesa in piena sicurezza e tranquillità. Per maggiori informazioni sulle prossime date di chiusura al traffico: enjoystelviopark.it

Tutte le informazioni sul soggiorno in zona e l’offerta bike di Pontedilegno-Tonale su: pontedilegnotonalebike.com

Ti potrebbe anche piacere

Lascia un commento