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Barbara Guarischi, un’atleta Elite ci racconta le sue giornate

da Paola Brazioli
Barbara Guarischi Team Movistar

A tu per tu con Barbara Guarischi, atleta Elite, da quest’anno in forza al team Movistar. Avevo già intervistato Barbara recentemente per Bikefortrade Magazine. In quell’occasione mi aveva raccontato un po’ del nuovo team, di come avesse deciso di andare in bici a 12 anni, un po’ casualmente, e di come sia stata una scelta costellata di soddisfazioni e sacrifici.

Classe ’90, bergamasca di nascita, Barbara è Elite dal 2010 con diversi piazzamenti e vittorie, tra cui una tappa al Giro d’Italia 2015.

Qual è la qualità che ti ha permesso di competere ad alti livelli?
Più di qualsiasi altra cosa mi viene in mente una caratteristica: la perseveranza. Credo che la dedizione per la mia passione prima e lavoro poi, ha fatto sì che ora sia in uno dei team di ciclismo più importanti a livello internazionale, passando comunque anche prima per squadre di alto valore.

Sei nella Movistar, puoi vivere e allenarti in Italia? Quanto spesso devi andare all’estero a parte le trasferte per le gare? Com’è la vita in una squadra internazionale?

La vita più o meno é uguale alle altre stagioni fondamentalmente. La differenza è che ci sono più persone (atleti) e più figure sportive (nutrizionista, team manager, responsabile hotel/voli, responsabile marketing ecc..). Ci vuole comunque una maggiore concentrazione: sopratutto nel ricordarsi i nomi 🙂 perché magari ci si incontra al primo ritiro a ottobre e ci si rivede qua e là in qualche gara. Quest’ anno abbiamo fatto tre ritiri:  uno a ottobre senza bici, uno a dicembre per stare tutti insieme, uomini e donne, e uno a febbraio solo donne prima della nostra stagione per rifinire la condizione. Eventuali altri sono per decisione personale, sempre sotto controllo o con l’approvazione della squadra. Mi divido tra Spagna e Italia. Quando posso torno a casa in Italia, perché ci sono la mia famiglia e i miei amici ed é il posto in cui sto bene, mi dà tranquillità, cosa che per un atleta é fondamentale. In Spagna comunque sto bene, c’è un bel gruppetto di atleti a Pamplona, per lo più Colombiani, quindi sempre pronti a scherzare e con il sorriso sulle labbra. Si dice però “casa dolce casa”.

Com’è la giornata tipo di un’atleta élite?
Ti racconto la mia giornata. Sveglia intorno le 7.30/8.00, colazione e le solite faccende di casa: sistemare, pulire e dopo un’oretta circa si parte con gli allenamenti. A volte la tabella prevede solo bici e altre volte palestra e bici. In ogni caso mi piace sempre inserire un po’ di core e mobilità nei giorni in cui non ho l’allenamento in palestra. Quando rientro dall’allenamento integro per il recupero seguendo le indicazioni che ci consiglia il nutrizionista, doccia e pranzo. Dopo pranzo leggo un po’ le notizie di giornata se sono in Spagna , mentre se mi trovo in Italia ne approfitto per fare due chiacchiere con mamma e papà. Proseguo con: relax, sbrigo eventuali mail o altre cose “burocratiche”, cercando di evadere le cose che mi arrivano subito in giornata o al massimo il giorno dopo, così da non accumularle e non dimenticare qualche mail o altro di importante. Un po’ di stretching e, se sono proprio cotta per l’uscita in bici del mattino , ci sta anche un riposino. La merenda poi non si salta mai :). Per quanto riguarda la vita sociale esco a volte con gli amici, compatibilmente con i loro turni di lavoro, magari per un aperitivo o cena e poi di nuovo a casa. Non amo fare tardi, mi piace andare a letto presto (intorno alle 22.00/23.00) e allo stesso tempo mi piace svegliarmi presto e riposata al mattino.

Quanti chilometri in sella fai in un anno? Che tipo di allenamenti segui?
Mi segue un ragazzo del quale mi fido ciecamente. Non è sempre facile per un atleta trovare il preparatore giusto, al di là dei risultati. È questione di feeling, almeno lo è per me. Ha uno studio di medicina generale/fisioterapia/ginnastica a Lecco, vicino al mio paese, ma nonostante ciò non ci vediamo spesso, per questo ribadisco che il feeling deve essere molto alto tra atleta e preparatore. Usiamo una piattaforma su cui vengono caricati gli allenamenti e che mi serve anche per indicare ogni giorno commenti e impressioni sull’allenamento fatto. In base a queste valutazioni mi viene indicato cosa fare il giorno successivo. Diciamo che rispetto ad altri non faccio tantissimi chilometri, intorno ai 15/17 mila l’anno. Faccio molta qualità e molto lavoro specifico. Ogni tanto effettuo distanze da 4h, ma curando molto anche la palestra. Tra forza e bici comunque arrivo sempre a 4h di allenamento in tutto al giorno. Mi piace ottimizzare il tempo ed ho trovato una persona che ha la mia stessa filosofia.

Devi curare anche l’alimentazione?
Mi reputo fortunata, nel senso che mangio più o meno quello che voglio. Abbiamo un nutrizionista che in questi giorni “speciali” di lockdown ci dà consigli su cosa è meglio, oppure prima delle gare di solito ci manda un prospetto per il giorno di gara e il recupero tra una competizione e l’altra. Nel corso degli anni ho imparato e capito cosa il mio fisico ha bisogno per avere le energie giuste in un determinato allenamento/gara o riposo che sia. In ogni caso non mi discosto tanto dai consigli del nutrizionista. L’importante è sapersi ascoltare.

Quali sono le tue caratteristiche da ciclista? Passista, scalatrice,..
Da giovane ero più velocista, ora mi diverto anche in salita.

Che tipo di percorso preferisci? Qual è la tua gara preferita?
Mi piacciono le gare molto nervose, con stradine strette, pavé, vento, un po’ di pioggia anche, gare dove il dettaglio e la testa fanno la differenza. La testa spesso più delle gambe. Ho due gare preferite: Drenthe in Olanda dove troviamo vento pioggia e pavé; e Valgarda in Svezia, caratterizzata da strappetti, sterrato e spesso condizioni climatiche avverse. Una gara a tappe potrebbe, invece, essere il Thüringen in Germania, che presenta un percorso su e giù, con arrivi molto tecnici.

Il tuo successo più grande? Quello che ti ha dato più soddisfazione?
C’e stato un anno che ha fatto una differenza enorme rispetto agli altri in fatto di emozioni, ed è stato il 2015, dove vinsi cinque gare, di cui una crono a squadre mondiale, una Coppa del Mondo e il famoso circuito di Ride London in fronte a Buckingham Palace. Quell’anno credo di essere stata parte di un gruppo straordinario, dove ogni persona era parte fondamentale della squadra, dove non si parlava mai di bici a tavola e dove avremmo potuto andare in vacanza insieme. Si partecipava alle corse e anche la cosa più impossibile diventava possibile. Si correva semplicemente con semplicità e ognuna di noi si sarebbe sacrificata per una compagna/amica. Quel gruppo si è sciolto con i vari cambi di società e di staff, ma ancora oggi ci sentiamo e ogni tanto ridiamo guardando le vecchie foto. Davvero persone e ricordi unici.

Oltre alla bici da corsa, nel tempo libero fai anche mtb o altre discipline?
Purtroppo no. Mi piacerebbe provare a fare ciclocross. Vediamo, magari qualcosa si può provare a incastrare.

Segreti per il recupero?
Un corretto stile di vita in generale. Purtroppo fare l’atleta al giorno d’oggi è dura e negli anni lo sta diventando sempre di più. Mangiare bene, riposare adeguatamente, divertirsi il giusto credo sia la cosa più importante. In poche parole trovare un equilibrio generale nella propria vita. Essere felici e tranquilli, significa anche essere più concentrati sul lavoro. E delle volte, aiuta anche spegnere il telefono per qualche ora al giorno.

Barbara Guarischi in allenamento

Qual è la caratteristica più importante per competere ad alti livelli?
Sapere ciò che si sta facendo, con tutto ciò che questo comporta, soprattutto sacrifici. E circondarsi di persone che ti vogliono bene al di là della bici, perché comunque credo che il ciclismo per noi atleti è una parte di vita, che va vissuta con sacrifici, emozioni, delusioni, soddisfazioni ecc.. ma bisogna essere sempre consapevoli che prima o poi un giorno si smetterà di gareggiare… e quel giorno inizierà un’altra vita.

Qual è il tuo piatto preferito?
Un piatto molto semplice che fondamentalmente ha creato mia mamma: besciamella, fesa di tacchino, funghi, scamorza, tutto in forno.. potrei mangiarlo fino a stare male!!

Come stai vivendo questo periodo di lockdown?
Mi alleno sui rulli 1h/1h30 ogni giorno curando la parte di forza/forza resistente e ho ripreso palestra come nel periodo invernale, con l’aiuto di un preparatore che mi manda le tabelle e guarda i video delle sedute. Quindi tre sedute a settimana di forza alternate a tre sedute di core e mobilità. In attesa di vedere cosa ne sarà della stagione e del programma gare. Credo che il fattore mentale sia fondamentale, tutto sta a come si affronta questo “non poter andare in bici”. A come ottimizzare il lavoro stando a casa, sui rulli (ti parla una che i rulli a casa non li aveva) e in palestra. In questo periodo ho lavorato sulla pedalata (la tecnica di pedalata), sulla parte fisica, curando di più i dettagli. Mi sono inoltre resa conto che non è poi così male lavorare coi rulli. Sicuramente in questi giorni ci sono stati alti e bassi, ma i momenti negativi sono stati meno del previsto, e soprattutto posso dire che forse, dieci giorni l’anno così li rifarei di nuovo, per ciò che di buono mi hanno dato riguardo alla preparazione sportiva e riguardo alla mia crescita personale. 

Si sa già qualcosa del calendario gare e quando si riprenderà?
Al momento sappiamo solo che il 15 di maggio uscirà il calendario femminile con l’aggiunta delle gare che sono state posticipate, che sono poche a dire la verità. Vediamo prima se riusciamo a riprendere gli allenamenti su strada e poi di farci trovare pronti come possibile alle gare che ci saranno, se ci sarà una stagione 2020.

Cosa consigli a una ragazza che vuole iniziare a competere nel ciclismo?
Posso dire che probabilmente ci saranno più giorni negativi che positivi, che a volte viene da chiedersi se vale davvero la pena fare tanti sacrifici. Ma il ciclismo è anche maestro di vita e l’importante è affrontare ciò che accade nel modo giusto, allora così si cresce. Il consiglio principale che posso dare dunque è di non mollare mai, cercare sempre quel qualcosa in più, qualcosa che ci realizzi. Sta poi al singolo arrendersi o provarci fino alla fine.

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