Il gusto della fatica, la bellezza dell’impresa. Recita così il motto dell’Eroica Montalcino. E in effetti tutte queste cose, gusto, fatica, bellezza, impresa definiscono perfettamente l’ultimo weekend a Montalcino, borgo del basso Senese incastonato tra la Val d’Orcia e le Crete Senesi, patria del Brunello, eccellenza insieme al Chianti che tutto il mondo ci invidia. Un luogo dove il tempo sembra essersi fermato e lo spazio è ancora quello di un tempo, tra vicoli ciottolati, case di pietra, fortezze e chiese. E poi nei dintorni ulivi, vigneti, le strade bianche, le colline, pezzi di langhe colorate che sembra di stare in un’opera d’arte. Un breve sguardo e subito si capisce perché la Val d’Orcia sia patrimonio mondiale dell’Umanità Unesco.
Il Festival dell’Eroica
L’occasione è la partecipazione all’Eroica di Montalcino, detta anche di primavera, figlia dell’Eroica di Gaiole in Chianti che si tiene a ottobre, quella da cui tutto ebbe inizio. Due giorni intensi, ricchi di emozioni, amplificate anche dal fatto che si trattava della mia prima “ciclostorica”, il tassello che mancava alla mia carriera di “ciclista”.
Un’esperienza che desideravo da tanto tempo. Un sogno che è diventato realtà grazie a Generali Italia, tra gli sponsor della manifestazione. La magia già dalla vigilia con lo splendido borgo addobbato a festa per il Festival: tre giorni di eventi che hanno accompagnato l’attesa, con incontri, addobbi colorati, il mercatino e la musica.
Naturalmente tutto in puro stile Eroica, cioè meravigliosamente vintage. Uno stile che si sposa benissimo con questo angolo di Toscana. Giornata scandita, quella del sabato, dalle usuali attività pre gara (anche se di gara non si tratta, essendo l’Eroica una manifestazione non competitiva): ritiro pettorale, un giro tra le bancarelle alla ricerca dell’accessorio che manca e ritiro della bicicletta a noleggio.
Una Gavel (Gavel non Gravel .-) ) gialla che quasi mi meraviglia, con le leve del cambio rigorosamente sul tubo obliquo come vuole il regolamento, pedali a gabbietta cui però faccio togliere puntapiedi e lacci per sentirmi più sicura. Con la bici vintage e l’outfit in puro stile retrò mi calo subito nel ruolo, una donna di altri tempi, che non vede l’ora di salire in sella e conquistare le strade bianche della Val d’Orcia.
L’impresa ha il colore del fango
Il giorno dell’Eroica Montalcino al risveglio piove, al punto che verrebbe voglia piuttosto di starsene tranquilli nel confortevole agriturismo a San Quirico d’Orcia. In modo più lieve piove anche alla partenza, ma non fa freddo. Questo dettaglio mi conforta. La verità è che davvero non sento freddo. Forse merito della maglia in 100% pura lana? Il completo maglia-pantalone è originale anni ’60. Come quello di mio marito Franco, che vestito così sembra un corridore al Giro del ’70!
L’Eroica mi sembra fantastica anche per questo. Quanta storia! Per quelli un po’ più in là negli anni diventa il pretesto per rispolverare vecchi ricordi, i più giovani assaporano la bellezza del ciclismo ai tempi di Coppi e Bartali, quando la bicicletta era il mezzo tra l’uomo e il mondo, quando tra l’uomo e la bicicletta non c’era tutta questa tecnologia, anzi non ce n’era affatto. Quando la bicicletta era soprattutto polvere e fatica.
Il tempo di provare il cambio con le leve sul tubo obliquo e si parte. Da subito la situazione mi sembra troppo divertente. Assomiglia a uno di quei giochi di ruolo ambientati in un’altra epoca. Pochissimi chilometri e le gambe sono già coperte di terra, un misto di argilla e sabbia. Nonostante le nuvole, i colori della Val d’Orcia dipingono il paesaggio.
Papaveri, ginestre e poi le “biancane”, colline a cupola dal caratteristico colore chiaro dovuto al solfato di sodio che si trova nel terreno. Un po’ di difficoltà col piede libero sul pedale senza lo sgancio rapido a cui sono abituata, ma ho la fortuna comunque di disporre del pignone da 27 denti, ideale per affrontare i 1.280 m. di dislivello del percorso da 70 km.
Il percorso classico dell’Eroica Montalcino, quello più lungo candidato a diventare percorso permanente, è in realtà un viaggio lungo poco più di 150 chilometri le cui tappe principali sono: Montalcino, Buonconvento, San Quirico d’Orcia, Pienza e Trequanda.
Tra un ristoro e l’altro e qualche scroscio di pioggia, i chilometri scorrono piuttosto facilmente fino alla salita di Castiglion del Bosco, quella in cui si assapora davvero il gusto della fatica. La pioggia tanto odiata alla fine ha regalato un’esperienza ancora più coinvolgente e ha reso ancora più bella l’impresa.
Devo dire che la mia prima Eroica è stato qualcosa di unico, che avevo solo immaginato, un modo diverso di vivere il ciclismo, un elogio quasi alla lentezza, un procedere senza fretta, un tuffo nel passato quando tra l’uomo e la bicicletta non c’era la tecnologia, quando si assaporava il gusto della fatica e si ammirava la bellezza dell’impresa. E pedalando in Val d’Orcia di bellezza ne ho vista tanta, cartoline ad ogni angolo.
#immaginavola, il concorso di Generali Italia per vivere la bellezza dell’Eroica
Grazie al concorso di Generali Italia un fortunato vincitore ad ottobre potrà vivere l’emozione dall’alto, in volo sopra l’Eroica di Gaiole. Ma non solo, ci sono altri premi in palio. È sufficiente registrarsi sul sito immaginavola.generali.it, scrivere il proprio grido di battaglia e rispondere correttamente al “CicloQuiz”. In palio 50 “kit del ciclista eroico”, un weekend per due persone in agriturismo in Toscana + un volo in parapendio a motore sopra l’Eroica di Gaiole.
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