La Val Pellice colpisce per la natura incontaminata delle sue montagne. Meta frequentata da numerosi escursionisti, presenta notevoli potenzialità anche per gli amanti della mountain bike con una varietà di percorsi davvero impressionante. Come ci racconta in questo articolo Giorgio Basile di Val Pellice Outdoor, regalandoci una panoramica interessante degli itinerari che si diramano dai principali centri abitati della valle. Da Luserna San Giovanni, Torre Pellice, Villar Pellice e Bobbio Pellice partono strade e sentieri da scoprire in mtb. Tanti spunti per organizzare appena possibile un’escursione in Val Pellice in mtb!
Alpi del Piemonte, provincia di Torino, a meno di 50 km dal capoluogo. Oltrepassato Pinerolo si trova una piccola ma sorprendente valle che prende il nome dal torrente che la attraversa, il Pellice, che dalle montagne scorre e si incontra in pianura con il suo vicino e in seguito più importante, Po.
Conosciuta a livello mondiale come patria della minoranza religiosa Valdese, che qua ha il suo cuore culturale e storico e, più localmente, per i suoi prodotti tipici come il seirass del fen e la mustardela, la Val Pellice lo è meno per il suo patrimonio di percorsi per mtb: infinite possibilità di itinerari circondati dalla bellezza selvaggia delle sue montagne.
Tanti sentieri per scoprire la Val Pellice in mtb
Strade sterrate e sentieri attraversano le medie quote come quelle più alte, con itinerari per qualunque livello. Percorsi da affrontare in tutte le stagioni, passando da boschi incantati e antiche borgate fino ai pascoli montani e gli alti passi alpini.
Da Luserna San Giovanni
La valle vera e propria, orientata da est a ovest, comincia da Luserna San Giovanni, il centro abitato più esteso. È circondato da belle colline dove si sviluppano strade asfaltate secondarie e alcune sterrate. Senza prendere troppa quota si possono fare dei percorsi ad anello suggestivi, affacciandosi anche sui comuni di Bricherasio e Prarostino e regalando ampi panorami sulle vette di fondo valle.
Da Luserna voltando a destra, arrivando da Torino, si apre una delle prime valli laterali del Pellice: quella di Angrogna ed il suo torrente omonimo.
Risalendo su un misto di strade bianche e asfaltate, tra i bellissimi boschi ricchi di storia di resistenza partigiana e valdese, si raggiunge uno dei colli più famosi della zona, la Vaccera (1465 m.), dove la vista spazia dal Monviso alle vette nascoste del vallone di Pra del Torno.
Dal colle Vaccera non mancano anche possibilità di single track adrenalinici che portano proprio a Pra del Torno (1000 m.): ultimo avamposto ora poco vissuto ma una volta importante centro abitato.
Da qua, risalendo verso le sorgenti dell’Angrogna, ci si inoltra in un ambiente decisamente più alpino. Su una bella strada sterrata (con qualche tratto decisamente tosto) si possono raggiungere gli alpeggi sotto le vette del Roux, Cialancia e Vergia. Per chi volesse fare un giro ad anello è possibile raggiungere un passo (con un po’ di portage, o single track impegnativo se fatto al contrario) per “scollinare” nel Vallone degli Invincibili, di cui vi parleremo a breve.
Da Torre Pellice
Ritornati sulla strada principale a Luserna si continua brevemente per raggiungere Torre Pellice: bella realtà di media montagna (550 m.), centro culturale valdese, chiamata anche “la Ginevra italiana”. Il centro storico con i suoi bar, ristoranti e negozi è sicuramente da non perdere dopo un bel giro in mtb sui percorsi che si diramano dal paese.
Sull’inverso (il lato della valle meno esposto al sole) una lunga strada sterrata si inoltra tra i boschi di castagno e faggio di Rocca Bera. Porta a Pian Pra (1200 m.) con vista mozzafiato sul Frioland e le vette della valle. Per chi vuole fare qualche discesa di single track dal colle è possibile ritornare a Torre percorrendo dei bei sentieri tecnici ripuliti da associazioni locali.
Proseguendo invece lungo la dorsale si arriva sopra il paese di Rorà (950 m.). Tramite strade sterrate che si affacciano sulla val Luserna si raggiunge l’ex Rifugio Valanza (1750 m.). Da qui con un anello si può tornare a Rorà e poi Torre Pellice. Volendo partire da Rorà, raggiungibile in auto, si risparmia un po’ di dislivello.
Dall’altra parte di Torre Pellice, sull’indritto (il lato della valle più esposto al sole), si può risalire su strada asfaltata fino alla Sea (1255 m.), ai piedi del Monte Vandalino, la montagna simbolo del paese. Quindi si possono fare diverse varianti di discesa su strade bianche e sentieri. In mtb si attraversano boschi e pascoli tra antiche borgate, dove si è vissuta la storia della resistenza partigiana, con punti panoramici sulle vette più alte della Val Pellice.
Da Villar Pellice
Superata Torre Pellice si entra più nel cuore montano della valle, con ampi prati che costeggiano la strada principale e le vette che si avvicinano sempre di più. Poco prima del paese di Villar Pellice (670 m.), il prossimo quindi che si incontra risalendo dalla pianura, il panorama è grandioso e non può che lasciare presagire ampie possibilità di esplorazioni! La conferma ancora una volta che vale la pena di scoprire la Val Pellice in mtb.
Iniziando dal lato dell’inverso la valle che si apre è quella della Liussa. Da qui due belle strade sterrate permettono di fare un giro ad anello stupendo, risalendo i pendii boscosi che portano agli alpeggi di Chiot la Sella e Codissard, sotto le imponenti vette del Frioland e del Maciairun.
Parallela alla Liussa è la valle dei Carbonieri: chiamata così per le antiche attività legate al carbone che venivano praticate in queste località, anche se il torrente che la forma è il Guicciard. In mountain bike si può percorrere un anello su strada sterrata agli alpeggi di Mamauro. Il percorso è caratterizzato da ampi panorami sulle montagne che formano la testata della val Pellice come Granero, Manzol e Meidassa.
Portandoci invece sul lato opposto di Villar, quindi sull’indritto, si apre uno dei luoghi più ricchi di storia e particolari dal punto di vista geomorfologico, della val Pellice: il Vallone degli Invincibili.
Il nome non può che rievocare le gesta eroiche dei ribelli, valdesi e partigiani, che si nascondevano tra le barme (rocce strapiombanti), lottando contro persecutori ed invasori per difendere la libertà. Percorrevano i sentieri più nascosti per sorprendere i nemici e tendere imboscate, facendo desistere gruppi armati ben più equipaggiati degli Invincibili.
Oggi strade secondarie asfaltate portano fino alle borgate del Bessè o di Bodeina (1000 m.), dove inizia lo sterrato che, inoltrandosi tra magici boschi di faggi, raggiunge il rifugio Invincibili (1360 m.). Si continua quindi sempre più in quota, attraversando gli alti pascoli che portano all’alpe Caugis (2000 m.).
I panorami sono grandiosi a tutte le quote e, vista l’esposizione soleggiata, spesso già a fine marzo è possibile salire in alto senza toccare neve, con le vette circostanti ancora imbiancate e la primavera che colora i boschi.
Da Bobbio Pellice
Dopo Villar l’ultimo paese della valle è Bobbio Pellice (750 m.): il più piccolo come centro abitato ma con il territorio più esteso che arriva fino al confine con la Francia.
Dal paese stesso, dominato dalla vetta quasi inaccessibile del Bric Bariount, sia sul lato inverso che indritto ci sono diverse possibilità di percorsi per la mountain bike: strade bianche che conducono alle più alte borgate come Serre Sarsenà (1345 m. – il cui nome ricorda i Saraceni che secoli fa si erano insediati in questi luoghi) e Serre Cruello. Oppure si può pedalare attraverso rigogliosi boschi di castagni e faggi sotto la punta Garin con possibilità di fare percorsi ad anello di diversa durata.
Ritornando nella già citata valle dei Carbonieri, facilmente accessibile anche da Bobbio, la ripida strada asfaltata che la percorre porta con 1000 metri di dislivello al Rifugio Barbara (1750 m.), situato in una stupenda valletta sotte le vette del Manzol e della Meidassa.
Da qua una mulattiera conduce al colle Barant (2343 m.), con il rifugio omonimo ed il giardino botanico più alto d’Europa. Si prosegue d’obbligo in discesa, sempre su sterrata, fino alla Conca del Pra (1750 m.). Sicuramente il luogo più bello e conosciuto della val Pellice, con l’accogliente rifugio Jervis e gli agriturismi che producono deliziosi formaggi locali.
Dalla Conca del Prà si può tornare a Bobbio ancora su sterrata fino alla borgata di Villanova e poi su asfalto. Sconsigliamo i weekend estivi perché le strade sono percorse da parecchi escursionisti.
In un precedente articolo ho palato de Il giro dei tre rifugi in Val Pellice.
Da Villanova, appunto raggiungibile su asfalto da Bobbio, parte anche un’altra strada sterrata verso gli alpeggi dei Bancet (2241 m.) e del Giulian (2105 m.), con un’impegnativa ma remunerativa salita che regala viste mozzafiato sulla valle incorniciata dal Monviso.
Per chi ama discese su single track, facendo attenzione agli escursionisti, non mancano alternative su sentieri che permettono di scoprire altre piccole vallette laterali.
Insomma in Val Pellice certo non manca la scelta, dalle medie alle alte quote. Ideale sia per chi ama fare fatica in sella a una mountain bike, sia per chi cerca un giro più tranquillo ma di soddisfazione.
Su Valpelliceoutdoor.it trovate una selezione di percorsi ben dettagliati (e molti altri in arrivo nei prossimi mesi) per escursioni da fare in autonomia. Se volete appoggiarvi ad un’esperta guida locale trovate anche offerte per uscite di gruppo o private.
Grazie a Giorgio abbiamo così scoperto diverse idee di percorso per scoprire la Val Pellice in mtb. E tu sei mai stato in Val Pellice? Se ti va, raccontamelo nei commenti!