Quando alcuni amici settimana scorsa hanno proposto un’escursione in Alta Valtellina non ho saputo dire di no. Non solo perché amo questo zona, ma anche perché si trattava di esplorare sentieri per lo più inediti per me. In particolare Val Grosina e Val Viola Bormina col Passo Verva che le collega.
Domenica mattina dopo circa due ore di macchina da casa io e Franco insieme ai nostri amici Luigi e Roberto arriviamo a Grosio (656 m s.l.m.), località dell’Alta Valtellina a pochi chilometri da Bormio e da Tirano. E’ il punto di partenza della nostra escursione.
Superato di poco il centro di Grosio in direzione Bormio sulla sinistra parte la salita che entra in Val Grosina. Arriveremo a Eita (1.703 m s.l.m.) e successivamente all’Alpe Verva (2.301 m s.l.m.) tramite l’omonimo passo. Saranno 21 km di salita continua e quasi 1.600 m di dislivello.
Devo dire che è stato un vantaggio non conoscere il percorso e ignorare quanti chilometri di salita ininterrotta ci aspettavano. Mi sono così goduta l’ascesa senza l’ansia dei chilometri. Quando ho guardato il Garmin per la prima volta di chilometri ne avevamo già fatti 13.
Fino a Eita la strada è asfaltata e la salita piuttosto regolare senza strappi (dislivello medio 7%). Questa salita non troppo impegnativa mi ha consentito di apprezzare la Val Grosina, graziosa valle lombarda popolata da corsi d’acqua, alpeggi e laghi cristallini circondata da vette e ghiacciai che rendono il paesaggio davvero bello, tipicamente montano.
Dopo circa 16 km di salita giungiamo a Eita (1.703 m s.l.m.), che si trova nel ramo orientale della Val Grosina. Qui ci fermiamo in prossimità della chiesa (Madonna di Eita) dal caratteristico campanile staccato e consumiamo un buon panino imbottito prima di ripartire. Proprio dalla chiesa è ben visibile il largo sentiero che salendo ci porterà all’Alpe Verva (2.301 m s.l.m.): 4,6 km su sterrato (pendenza media 14%, 650 m. aumento quota), di cui i primi 1.500 m molto impegnativi (pendenza media 18,8%).
Si tratta del Passo di Verva, valico che mette in comunicazione la Val Grosina con la Val Viola Bormina.
Se dovessi scegliere il preferito del giorno, direi questo passo nonostante la salita che non lascia un attimo di respiro soprattutto nei primi chilometri. E’ tutta pedalabile ma le pendenze con picchi al 25% potrebbero costringere a fare qualche tratto a piedi. Si tratta di una rotabile aperta dopo l’alluvione del 1987, seguendo il tracciato di una vecchia mulattiera, per garantire un collegamento d’emergenza con l’alta valle rimasta isolata a causa della grande frana di Sant’Antonio Morignone. (www.massimoperlabici.eu)
Due parole descrivono per me questo passo: roccia e cielo. Bellissimo il contrasto cromatico tra il cielo (domenica azzurrissimo) e la roccia con tutte le sue sfumature di marrone, ocra e oro. A interrompere questo gioco bicromatico un piccolo laghetto chiamato Acque Sparse (2.022 m s.l.m.) che troviamo sulla destra appena superato il bivio per il rifugio Falck. Le sue acque limpide inviterebbero a un bagnetto se non fosse che siamo a 2000 metri di altitudine e soprattutto non siamo attrezzati per un bagno.
Al culmine del passo superata l’Alpe Verva (2.301 m s.l.m.) entriamo nella Val Viola Bormina: da qui in poi la bella Cima Piazzi (3.440 m s.l.m.) con il suo ghiacciaio innevato farà da sfondo al paesaggio.
Dopo qualche chilometro in discesa e un tratto in piano nel bosco arriviamo ad Arnoga sulla provinciale che collega Bormio a Livigno. Da qui parte la cosiddetta Decauville, una passeggiata totalmente pianeggiante di 12 km che da Arnoga arriva in prossimità delle Torri di Fraele.
Il nome di questa passeggiata, non certo tipico della zona, è dovuto a Paul Decauville, francese inventore di una ferrovia leggera ad un solo binario. Questo tipo di ferrovia che prese il suo nome, essendo facilmente smontabile, venne costruita lungo questa strada negli anni 60 per trasportare il materiale proveniente dalle dighe di Cancano fino ad Arnoga. (www.bormio3.it).
Tutta la Decauville affaccia sulla Valdidentro ed è dominata dal ghiacciaio della Cima Piazzi. Alla fine della passeggiata si scorgono le bellissime Torri di Fraele (1.930 m s.l.m.), elementi di un antico sistema di fortificazioni medievale.
Le torri, a pianta quadrata, vennero costruite nel 1391, nel pieno del periodo visconteo anche se è legittimo ritenere che possano essere state ricostruite più volte nel corso dei secoli sovrapponendosi alle opere che già anticamente proteggevano il valico. (www.bormio3.it).
Prima di raggiungerle però ci aspettano gli ultimi tornanti della bellissima strada che dalla Valdidentro porta ai Laghi di Cancano.
Breve sosta alle Torri e ripartiamo per il nostro giro. Oltrepassato il piccolo Lago di Monte Scale ci addentriamo nella Valle di Fraele e raggiungiamo il Lago di Cancano (1.950 m s.l.m.) che si trova a pochi minuti dalle torri. Solo due settimane fa durante la nostra escursione, che da Livigno ci portò in Alpe Trela, io e Franco arrivammo fino al Lago di S. Giacomo l’altro bacino idrico artificiale della Valle di Fraele che si trova contiguo a quello di Cancano, entrambi dalle caratteristiche acque color turchese.
LEGGI IL RACCONTO DELLA NOSTRA ESCURSIONE A LIVIGNO QUI
Attraversiamo la spettacolare diga di Fraele che si affaccia sull’Orrido della valle e raggiungiamo il versante opposto dove ci fermiamo a mangiare qualcosa presso il ristoro Solena (2.008 m s.l.m.), che si trova appena sopra la diga. Lasciando il ristoro sulla sinistra proseguiamo quindi in leggera salita sulla strada sterrata che immette nella Valle della Forcola. In prossimità dell’ampio parcheggio prendiamo il sentiero a destra che in discesa arriva a Boscopiano e ci porterà sulla ss 38 dello Stelvio, quindi a Bormio. Da qui ci abbassiamo di quota, quindi sarà quasi tutta discesa con qualche tratto in falso piano fino a Grosio.
A Bormio ci immettiamo nel Sentiero Valtellina, bellissima pista ciclabile che attraversa tutta la valle da Colico a Bormio. Spontaneo nasce un desiderio: percorrerla prima o poi dall’inizio alla fine servendosi del treno per il ritorno o viceversa.
Sulla via del ritorno facciamo una breve sosta in località Aquilone frazione di Valdisotto, che nel 1987 a seguito dell’alluvione fu completamente distrutta dalla frana che colpì la zona insieme alla vicina S.Antonio Morignone provocando 35 vittime. Impressionante pensare a quello che è successo qui quasi 30 anni fa!
Arriviamo a Grosio nel tardo pomeriggio. L’orario giusto per un aperitivo come ottima conclusione di una escursione fantastica.
Caratteristiche del percorso
Il mio Garmin alla fine indica: 80 KM, 2.020 m di dislivello positivo. (Dati e mappa dall’applicazione Strava)
Si può compiere lo stesso percorso in senso antiorario se si preferisce salire fino all’Alpe Verva (il punto più alto dell’escursione) in modo più dolce.
2 commenti
Che meraviglia di escursione! Fa venire voglia di farla anche a me che non sono un’amante del movimento!! Complimenti!
Sì, è stata un’escursione bellissima. Fare sport non fa bene solo al fisico ma in casi come questo è soprattutto vivere una bella esperienza. Comincia anche tu!