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Fase 2 in bici: cosa ci attende?

da Paola Brazioli
Fase 2 in bici da soli

Il 4 maggio si entrerà nella cosiddetta fase 2, quella cioè che prevede la parziale riapertura del Paese. La domanda che ci poniamo da appassionati e praticanti è: si potrà tornare in sella? Il decreto #iorestoacasa, che sarà in vigore fino al 3 maggio, prevede ora gli spostamenti (anche in bici) solo per motivi di salute, lavoro o necessità. L’attività motoria all’aperto è concessa entro i 200 metri dalla propria abitazione. Questo significa che ora possiamo, sì, spostarci in bici, ma non per sport o divertimento. Ancora non sappiamo cosa cambierà da questo punto di vista a partire dal 4 maggio. Si possono però formulare alcune ipotesi. Si comincia, infatti, a pensare che ci sarà un’apertura anche sulla possibilità di attività motoria all’aria aperta oltre i limiti attualmente concessi.

Fase 2, la distanza prima di tutto

L’attività sportiva dovrebbe essere consentita oltre la prossimità della propria casa, in solitaria e con le dovute precauzioni. Ancora non si sa esattamente quali misure dovremo prendere durante l’attività fisica all’aperto, ma sembra ovvio che si dovrà rispettare la distanza tra le persone. L’ipotesi dunque è che si potrà uscire in bici, ma da soli. Questo per evitare un ritorno di contagi, almeno fino a quando non sarà disponibile un vaccino, unica condizione che si presume permetterà di tornare completamente alla normalità.

A proposito del distanziamento sociale durante attività come camminare, correre e andare in bici, è interessante uno studio belga-olandese portato avanti dal professor Bert Blocken da un team di ingegneri e ricercatori aerodinamici sportivi, che avrebbe calcolato la distanza necessaria da mantenere, in base al tipo di attività e velocità di percorrenza: 4-5 metri da colui che precede nella camminata se ci si trova nella sua scia, 10 metri se si corre o pedala lentamente, e almeno 20 metri se si procede in modo spedito. Secondo questo studio bisogna evitare di camminare, correre o pedalare uno dietro l’altro, per evitare che le particelle salivari possano raggiungere chi segue. La distanza di 1,5 metri sarebbe, dunque, sufficiente ed efficace per persone ferme, non in movimento.

Fase 2 in bici - studio Bert Blocken distanziamento sociale durante le attività motorie
Lo studio del team guidato dal professor Bert Blocken ha considerato il diametro delle particelle salivari.

Per completezza bisogna dire che questo studio è una tesi, non ancora validata a livello internazionale, dunque va considerata con cautela.

Ciò non toglie che nella fase 2 con tutta probabilità dovremo correre e pedalare da soli. Questa misura dovrebbe bastare ad evitare l’uso della mascherina, che personalmente reputo poco indicato in caso di attività sportiva sostenuta.

La bicicletta come soluzione per la mobilità futura

Nel frattempo possiamo considerare la bicicletta come mezzo per gli spostamenti di lavoro o per motivi di necessità. Le associazioni di settore stanno promuovendo l’uso della bicicletta come importante fattore per uscire dall’emergenza. Un problema che si porrà a breve sarà infatti quello legato alla mobilità, considerando che il trasporto pubblico sarà fortemente penalizzato, nell’ottica di evitare assembramenti di persone. Il problema sarà da una parte risolto favorendo ancora lo smart working, e dall’altra favorendo una mobilità alternativa. In quest’ambito quella sulle due ruote sembra la più adatta, soprattutto nelle grandi città, per evitare un incremento dell’uso dell’automobile, che peggiorerebbe la qualità della vita. Sarà necessario quindi favorire la mobilità dolce, come quella in bici.

Anche il presidente di ANCMA Paolo Magri si è espresso a proposito, sottolineando durante il convegno in teleconferenza con i vertici di Aci, Anci, Ancma, Anfia e Asstra che “il mondo delle due ruote può essere parte di una soluzione globale sistemica col trasporto pubblico e le quattro ruote”. 

I numeri diffusi da ANCMA parlano chiaro: dobbiamo investire sulla bici

Siamo di fronte a un cambiamento epocale. Un’opportunità anche per la mobilità in bici del nostro Paese. L’occasione di fare quel passo avanti che altre nazioni hanno già compiuto.

Interessanti a questo proposito le proposte degli esperti promotori della mobilità ciclistica per la fase 2.

Come sarà allora la nostra fase 2 in bici? In poche parole da una parte dovremo molto probabilmente rinunciare alle uscite domenicali con gli amici e magari questo ci porterà a scoprire il piacere di un’uscita in solitaria. Dall’altra avremo forse l’occasione di considerare ancora di più la bicicletta come un mezzo di trasporto utile. Molto dipenderà dalla direzione in questo senso che vorranno prendere le istituzioni.

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1 commento

Giuseppe Corno 21 Aprile 2020 - 19:30

Onestamente non sono così fiducioso alle modalità di spostamento, dobbiamo pensare che non saremo soli per strada o qualsiasi altra parte, perché quello che facciamo noi, lo debbono fare anche molti altri, quindi credo che si creeranno assembramenti ugualmente.. Io non credo che sia una cosa fattibile facilmente lo spostamento in bici per lavoro o esigenza, ma anche per divertimento, pensiamo solo a quanti saremo a prendere d’assalto le nostre piste e sentieri montani e strade.. Mahhh io non trovo facile da trovare una soluzione adeguata per tutti.. Cmq complimenti per i tuoi articoli e pensieri.. Buona serata bella Paola

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